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Adolfo Profumo: Una vita al servizio della Banca d'Italia

Adolfo Profumo, nato a Bologna nel 1958, è stato Governatore della Banca d'Italia dal 2011 al 2013.

La sua carriera nella Banca d'Italia inizia nel 1982, dopo essersi laureato in economia all'Università di Bologna.

Il suo percorso professionale

Dopo aver lavorato in diversi uffici della Banca d'Italia a Bologna e Milano, nel 1994 viene nominato responsabile della Divisione vigilanza sulle banche e nel 2003 diventa direttore generale per la vigilanza.

In questi ruoli ha dovuto affrontare alcune delle peggiori crisi bancarie degli ultimi anni, come quelle del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia.

Nel 2006 viene nominato Direttore Generale dell'Area Operazioni e Servizi della Banca d'Italia, incarico che ha mantenuto fino alla nomina a Governatore.

La nomina a Governatore

Profumo è stato nominato Governatore della Banca d'Italia dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel novembre 2011.

In questo periodo ha dovuto affrontare la crisi del debito sovrano europeo, che ha messo a dura prova l'economia italiana e la stabilità finanziaria del paese.

Dopo due anni da Governatore, Profumo si è dimesso dall'incarico in seguito alla vicenda della MPS, la Banca Monte dei Paschi di Siena, accusata di gravi irregolarità nella gestione del proprio bilancio.

Il suo lascito alla Banca d'Italia

Nonostante la breve durata del suo mandato, Profumo ha lasciato un importante lascito alla Banca d'Italia.

Sotto la sua guida, la Banca ha accresciuto il suo prestigio internazionale ed è riuscita a gestire con successo la crisi del debito sovrano.

Inoltre, Profumo ha fatto un grande lavoro nella modernizzazione e nell'innovazione dell'istituto, portando avanti importanti progetti in ambito tecnologico e digitale.

Conclusioni

Adolfo Profumo è stato uno dei più importanti Governatori della Banca d'Italia degli ultimi anni, grazie alla sua competenza e alla sua esperienza nel settore bancario.

Il suo lascito alla Banca d'Italia sarà di fondamentale importanza per il futuro dell'economia italiana e dell'istituto di credito più importante del nostro paese.